Revolution

Associazione “Carta&Colore”
Maestri cartapestai Vito e Paolo Mastrangelo

SINOSSI

L’opera si ispira ad una delle più grandi invenzioni storiche che nel tempo ha portato continui cambiamenti nella nostra società. L’invenzione della televisione: nel 1927 un inventore statunitense, Philo Farnsworth, creò il primo schermo dotato di tubo catodico, un cilindro di vetro con due elettrodi che grazie alla corrente elettrica consente di creare fluorescenze, quindi immagini. L’invenzione suscitò subito un grande interesse. La televisione negli anni ha subito diversi cambiamenti fino ad arrivare alle prime immagini a colori. E’ stata uno strumento che ha avuto un ruolo centrale nell’evoluzione culturale, sociale e politica di tutto il mondo ma, purtroppo, con il tempo questo grande strumento di comunicazione e informazione è stato sempre più strumentalizzato. Ormai la tv fornisce qualunque informazione, vera o falsa che sia, con pubblicità, reality show, documentari e serie tv, influenzandoci nel comportamento e nel modo di pensare. Tutto ciò ha prodotto drastici cambiamenti, vediamo giovani emulare i propri beniamini, e in crisi di identità si arriva a trasformare il proprio corpo con operazioni plastiche, tatuaggi e piercing, tutto pur di essere notati. Tutto causato da “cattivi esempi”.

A questo punto ci chiediamo: l’invenzione della televisione è stata una “evoluzione” o una “rivoluzione” per la nostra società? Nasce così la satira dell’opera Revolution.

Nell’opera viene rappresentata una figura femminile egocentrica, bella, curata e alla moda seduta su una sfarzosa poltrona. Poi con la Farinelite N630 inizia a viaggiare nel tempo e si ritrova in una vecchia casa degli anni ’50. Attira la sua attenzione una tv dell’epoca e la accende. Le immagini sono in bianco e nero, le informazioni quelle del dopoguerra, come intrattenimento il “Carosello”, i personaggi sono Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio, Totò… La ragazza è disorientata, dove sono finiti i suoi amati reality e le fiction? Lei con i suoi abiti si sente sempre più fuori posto.

L’opera vuol far riflettere soprattutto le nuove generazioni: non c’è bisogno di imitare un personaggio della tv. Essere sé stessi, in un mondo che cerca continuamente di cambiarti, è la più grande delle conquiste.

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