La Farinelite N630 ci ha catapultati negli anni ’70. In questo periodo l’arrivo del colore nel mondo televisivo, inevitabilmente, cambia la percezione dei programmi trasmessi: i telespettatori si sentono privi di filtri che gli impediva fino a quel momento di godersi la tv come se stesse vedendo scene di una vita reale. L’alienazione dell’uomo, che fino a quel momento era stata intesa in senso marxista, viene sostituita dall’alienazione che si compie davanti a uno schermo, e che non è quindi più assenza di lavoro dunque, ma assenza di sé stessi e bisogno di “alienarsi” in un’altra figura, quella di un personaggio, dell’eroe dei nostri sogni.
Una bambina, impugnando un iconico telecomando, decide di abbandonarsi all’effimero intrattenimento proposto da una piramide di televisori a tubo catodico. All’interno di essi prendono vita diversi scenari che hanno caratterizzato, seppur in maniera differente, l’alienazione dell’uomo legata al più potente mezzo di comunicazione di massa esistito fino ad ora. Dall’arte astratta ai primi film fantastici, dall’esplorazione del suolo lunare all’invenzione di un mondo di plastica con una bambola rivoluzionaria, passando dalla trasformazione dei prodotti di massa della Pop Art arrivando agli eccessi del movimento hippy.
Nel novecento il mondo è certamente cambiato e la tv ha inaugurato un’era dominata dai messi di comunicazione. Quale sarà il punto di arrivo? Solo chi vive nel presente può testimoniare quanto sia diventata sottile la linea che separa “questo mondo e l’altro”, conoscendo il significato di quella M a forma di infinito posta alla punta della piramide di televisori.
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