LA ROTTA DEI MERLI

Associazione “Carta…pestando”

FIABA

C’era una volta un villaggio abitato da un popolo da sempre noto per lo strano marchingegno costantemente acceso che portava sulle spalle.
La funzione di questo orpello era a tutti sconosciuta, l’unica certezza era che il suo peso impediva a tutti di poter sollevare lo sguardo costringendoli a vivere ricurvi; nonostante ciò nessuno aveva il coraggio di separarsene.
Il villaggio era costantemente sorvegliato da due vecchie arpie. Esse dominavano quei cieli dalla notte dei tempi, imponendo la loro presenza con superbia e alterigia. Sembrava provassero disprezzo per ogni essere vivente diverso da loro, ma per i merli nutrivano un odio particolare. Il loro modo di librarsi nell’aria con leggiadria e grazia li irritava e sopra ogni cosa non sopportavano il loro migrare. Perché viaggiare in lungo e in largo quando ognuno può restarsene a casa propria?
Le arpie avevano imposto il loro pensiero oscuro a tutto il villaggio, infatti anche gli abitanti non avevano mai osato varcare i suoi confini e non accettavano di buon grado visite esterne.

Un giorno, il più giovane del villaggio,decise di lasciare la sua casa per inseguire un sogno che nutriva in segreto: scoprire la Rotta del Merli. Zen, questo era il suo nome, desiderava conoscere quelle misteriose creature, guardarle librarsi nell’aria e ascoltare le affascinanti storie dei loro viaggi.
Nessuno dei compaesani lo avrebbe aiutato in questa folle impresa! La sua unica speranza era quella di rivolgersi alla Saggia Eremita: l’anziana Gemma, gli raccontò di aver visto un giorno un merlo rosso posarsi poco lontano da lei e riuscì quindi a contemplare la sua bellezza.
Il giovanotto, stupito, le chiese cosa avrebbe dovuto fare per poterli ammirare; la saggia senza indugi gli riferì che poco lontano da lì vi era un tratto della Rotta dei Merli e si offrì di accompagnarlo.
Il ragazzo entusiasta accettò e i due si incamminarono.

Le due arpie notarono il giovane allontanarsi e cercarono con tutte le loro forze di ostacolarlo. Lui imperterrito non si fece raggirare e continuò il suo cammino.
Una volta raggiunto il tratto della rotta, l’anziana saggia rivelò al giovane che il marchingegno che portava sulle spalle produceva un rumore tale da spaventare i volatili e lo esortò a spegnerlo.
Così Zen, esaltato dall’idea di poter incontrare i merli, prese coraggio e decise di farlo. Finalmente udì il loro canto e liberatosi una volta per tutte dal fardello che gravava sulla sua schiena riuscì a levare lo sguardo e a godere della bellezza di quelle creature, assaporando il vero senso della libertà.

Allora Zen tornó al suo villaggio e raccontò a tutti i compaesani la sua meravigliosa scoperta, convincendoli cosí a liberarsi del marchingegno che aveva oppresso per tanto tempo il corpo degli abitanti e offuscato le loro menti.
Le arpie non avevano più presa sulle loro coscienze così fuggirono e non fecero più ritorno. Morale: Lasciare andare è un atto di coraggio che porta in sé la magia del nuovo.

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